venerdì 9 novembre 2007

Nuova esercitazione: Roma e l'emergenza Rom

Essere: figli di un Dio minore, per scelta.

Fiumi d’inchiostro impiegati dalla stampa, dibattiti televisivi, radiogiornali nell’immediato e post fatto “Tor di Quinto” hanno messo al corrente l’opinione, la coscienza pubblica circa la brutalità in cui si è consumato l’omicidio inferto dal romeno su una donna scesa dall’autobus, non solo...
L’effetto domino della notizia ha scatenato da parte delle Autorità, le prime espulsioni, soprattutto le Forze dell’ordine sono state impiegate a sgombrare il campo abusivo di Tor di Quinto e le zone limitrofe occupate da romeni ed immigrati senza tetto che vivono di elemosine, furti ed altri illeciti.
All’improvviso le autorità scoprono che in ogni angolo nascosto della Capitale, sono alloggiate baracche e rifugi di fortuna, ritenuti fino a poco più di una settimana fa degrado paesaggistico.
Ogni giorno percorro con la linea 31 bus viale Isacco Newton. La tratta collega la zona Portuense all’Eur; dal cavalcavia si possono scorgere baracche di fortuna sistemate tra alberi e frasche, tutto ciò è circondato da rifiuti di ogni sorta. Arrivando al tratto del viadotto della Magliana, accanto ad uno degli sfasciacarrozze più importanti di Roma, alloggiano più di cento persone in condizioni disumane all’interno di un ex capannone abbandonato. Lo stupore in tutto questo? Provare a percorrere quanto descritto in auto, è possibile vedere una realtà diversa: agli occhi non si nota nulla, tutto è nascosto soprattutto gli occupanti sono ben coperti per non essere notati, sfrattati.
Tutti si domandano: “è necessario l’omicidio di Tor di Quinto, per mettere in evidenza il degrado che ogni giorno si consuma in città”?
Possibile che le Autorità ed i vertici del governo non si erano accorti o meglio nessuno di loro ha mai incontrato un mendicante per strada, al semaforo domandando: “ma da dove salta fuori”?
Dati alla mano: l’ultimo dossier sull’immigrazione redatto da Caritas –migrantes rivela che sono residenti nel nostro paese 3.690.000 immigrati, sono tutti regolari?
Ancora, la presenza massiccia d’immigrazione proviene dai Paesi dell’Est europeo, in particolare dalla Romania, sempre secondo la Caritas, sfiorano ormai le 600 mila presenze, un sesto del totale di tutta l’immigrazione; soprattutto post ingresso della Romania nell’ Unione Europea. Il dossier indicizza il dato relativo ai clandestini che solo nel 2006, su 124.383 stranieri individuati dalle forze dell’ordine senza permesso di soggiorno, solo il 36.5% è stato rimpatriato. Un dato in fase di calo rispetto al 64.1% dei rimpatriati al ’99.
Nonostante tutto, l’omicidio di Tor di Quinto dimostra lo scarso controllo circa la sicurezza applicata verso la comunità romena & associati. Attualmente lo Stato sta prendendo provvedimenti tra sgombri, rimpatri cercando di portare ordine non solo a Roma.
L’altra metà del cielo? Tutti coloro muniti di permesso di soggiorno che dalla Romania sono entrati nel nostro Paese, in cerca di fortuna e condizioni di vita accettabili?
In questo caso, ulteriori fiumi d’inchiostro ed interviste dei media, mettono in luce storie e realtà diverse che dividono l’opinione pubblica. Molti romeni hanno scelto di ritornare in patria dopo il fatto “Tor di Quinto”, le cause: l’ostilità di molti datori di lavoro in nero che scelgono di non avvalersi più della loro manodopera, episodi di razzismo in periferia da parte di esaltati…
A pensarci bene, poco più di una settimana fa il Presidente Napolitano ha inviato il messaggio alla Caritas: “Senza gli immigrati il sistema Italia si bloccherebbe”, sottolineando l’importanza e la crescita che i cittadini immigrati apportano sia da un punto di vista sociale che dello sviluppo al nostro Paese. Soprattutto il capo dello Stato auspica che si creino le condizioni affinché si sviluppi in maniera serena l’inserimento del flusso immigratorio denunciando e combattendo ogni forma di razzismo che possa manifestarsi.
Aspettando le nuove misure d’ordine dallo Stato, che regolino l’ingresso d' immigrati, confido nel buon senso civile di coloro che vogliono migliorare la loro vita nel nostro Paese affinché il fatto di “Tor di Quinto” rimanga come unico ed ultimo esempio di cronaca nera.
Ultima battuta: i riflettori della cronaca sono ancora accesi sulla vicenda di "Tor di Quinto", sono molte le situazioni oltre l'immigrazione cui lo Stato e l'opinione pubblica puo' risolvere e discutere.

giovedì 8 novembre 2007

Le onde di Ludovico Einaudi.

Stile minimal, melodie essenziali composte attraverso un mix di sensazioni, passioni eseguite al piano, questa: e' la musica di Ludovico Einaudi.
Di nascita torinese, figlio dell'editore Giulio Einaudi e nipote del Presidente della Repubblica Italiana Luigi Einaudi. Il pianista e compositore e' tra le figure di punta della musica contemporanea europea.
L'album ‘Le onde' (1996), pubblicato da Bmg Ricordi (e ristampato con una nuova registrazione da Ponderosa Music & Art nel 2004), rappresenta un momento essenziale nella carriera di Einaudi, al suo primo lavoro solista vero e proprio. Con ‘Le onde' Einaudi assembla e interpreta un ciclo di ballate per pianoforte ispirato dall'omonimo romanzo di Virginia Woolf, che vede le onde come simbolo della vita. Il disco, concentrato di quel suono circolare, raffinato e minimalista che lo porterà al successo, sarà pubblicato un paio di anni dopo nel Regno Unito, finendo per riscuotere unanimi consensi di pubblico e di critica.
Da quel momento, inizia un tour, fortunato e pressoché infinito, che porta Ludovico Einaudi in giro per l’Europa e gli offre spunti per collaborazioni inedite e sempre più stimolanti, in bilico tra suoni colti e avanguardia, suggestioni etniche ed elettronica.
Nel frattempo, negli anni a seguire, intensifica l'attività dal vivo, inizia a suonare i brani composti sperimentando ed inserendo nei concerti alcune variazioni e poi improvvisazioni sempre più lunghe, cercando di trovare quello stato che rende il concerto un evento unico per il pubblico che ascolta.
Il Suo pubblico, lo scorso 4 novembre ha accolto calorosamente una delle sue performance eseguita in collaborazione con vari artisti presso la sala Sinopoli dell'Auditorium Parco della Musica in Roma. Ancora, il Suo pubblico ha atteso di ascoltare "Le onde" di Ludovico Einaudi, brano non eseguito, senza dubbio atteso dai presenti. Chissa' forse il maestro lo ha dimenticato, forse l'esecuzione e' un piacere per pochi eletti, meglio ancora, troppo celebre e scontata sarebbe stata l'esecuzione?
Nonostante "Le onde", il fluire delle melodie ha incantato, emozionato ancora una volta i presenti!