mercoledì 21 novembre 2007

Bambini si nasce!

Il sapore della merenda da oggi e' diverso, grazie a Piera: cara collega ed amica di studio. Qualche giorno fa, in occasione del compleanno passato, accetto l'invito di fare merenda insieme... Questa volta non e' Filu', il gatto, ad aprire il passo per entrare in casa. In cima alle scale vedo: un ragazzo alto piu' di un metro ed ottanta, pelle d'ebano, sorriso d'avorio, occhi scuri e profondi come il buio del mare che lo ha portato in Italia.
Kalami e' il nuovo amico di Piera, arriva dalla Repubblica Congolese, ha solo 20 anni di cui 11 passati in guerra con in compagnia di un fucile e della paura di non vedere l'alba ed il tramonto del domani.
Il beniamino e' arrivato in Italia da profugo, dopo essere scappato dalla base militare cui faceva parte: Kalami e' stato un soldatobambino.
Grazie all'ironia, instauro da subito un dialogo simpatico con lui, soprattutto sono incuriosita dalla strada fatta per arrivare in quel salotto. Adora i dolci, in particolare la marmellata fatta in casa dalla mamma di Piera, e' una delizia. Le ore del pomeriggio corrono tra racconti di ragazzi congolesi chiamati alle armi, per combattere una guerra che si protrae ormai da anni; scontri che mietono vittime innocenti che dovrebbero giocare con i balocchi: non aggiungo altro.
Uno degli ultimi rapporti Unicef descrive la situazione dei "soldati bambini", soprattutto illustra le iniziative volte a salvarli.
Kalami vive, lavora a Roma come manovale, presso un cantiere a pochi passa da casa di Piera. Un giorno, per caso, l'incontro fortuito alla bottega di alimentari ha unito le strade di Kalami e la mamma di Piera. Entrambe cercano di aiutare come possono il giovane, soprattutto attraverso la sua storia e varie associazioni, nel loro piccolo, contribuiscono affinche' si ponga fine all'arruolamento dei piccoli per combattere in guerra.

martedì 13 novembre 2007

0-0, palla al centro.

02/02/2007 Filippo Raciti, 40 anni Ispettore capo della Polizia di Stato, muore in servizio durante gli incidenti scatenati, da una frangia della tifoseria catanese, contro la Polizia intervenuta per sedare i disordini alla fine del derby siciliano Catania-Palermo.
11/11/2007 Gabriele Sandri, 28 anni supporter biancazzurro, noto dj dei locali romani, titolare di un negozio d’abbigliamento, viene colpito al collo da un proiettile. Il giovane, al momento dello sparo, si trova a bordo di un’auto parcheggiata presso l’Autogrill di Badia al Pino, lungo l’autostrada A1. Il colpo e’ partito dalla pistola di uno dei due agenti della Polstrada intervenuto per sedare una rissa scoppiata tra tifosi biancocelesti e juventini. Il poliziotto avrebbe sparato in aria a scopo intimidatorio.
Vittime della domenica, dell’euforia dei tifosi che degenera in violenza.
Le situazioni accadute sono note, eventi, scontri post fatti li abbiamo visti, letti grazie ai media. Episodi di questo genere sono fili d'erba secca nel prato da gioco. Penso al dolore delle famiglie coinvolte, all’amarezza dell'opinione pubblica, al risentimento di ogni tifoso che ama il calcio, cerca di trasmettere questa passione ai figli portandoli allo stadio. Il campionato la prossima domenica si ferma.
Lo Stato, le autorita' competenti cercano di far luce sulla dinamica dell'incidente accaduto domenica, vogliono trovare ulteriori misure di sicurezza per salvaguardare tifosi e tenere alla larga coloro che strumentalizzano, attraverso la violenza, il calcio.
0-0, palla al centro, il fischio d'inizio dell'arbitro il primo, atteso dopo quanto accaduto, che sia gioioso e l'augurio affinche' episodi del genere non si ripetano piu': neanche per gioco!

venerdì 9 novembre 2007

Nuova esercitazione: Roma e l'emergenza Rom

Essere: figli di un Dio minore, per scelta.

Fiumi d’inchiostro impiegati dalla stampa, dibattiti televisivi, radiogiornali nell’immediato e post fatto “Tor di Quinto” hanno messo al corrente l’opinione, la coscienza pubblica circa la brutalità in cui si è consumato l’omicidio inferto dal romeno su una donna scesa dall’autobus, non solo...
L’effetto domino della notizia ha scatenato da parte delle Autorità, le prime espulsioni, soprattutto le Forze dell’ordine sono state impiegate a sgombrare il campo abusivo di Tor di Quinto e le zone limitrofe occupate da romeni ed immigrati senza tetto che vivono di elemosine, furti ed altri illeciti.
All’improvviso le autorità scoprono che in ogni angolo nascosto della Capitale, sono alloggiate baracche e rifugi di fortuna, ritenuti fino a poco più di una settimana fa degrado paesaggistico.
Ogni giorno percorro con la linea 31 bus viale Isacco Newton. La tratta collega la zona Portuense all’Eur; dal cavalcavia si possono scorgere baracche di fortuna sistemate tra alberi e frasche, tutto ciò è circondato da rifiuti di ogni sorta. Arrivando al tratto del viadotto della Magliana, accanto ad uno degli sfasciacarrozze più importanti di Roma, alloggiano più di cento persone in condizioni disumane all’interno di un ex capannone abbandonato. Lo stupore in tutto questo? Provare a percorrere quanto descritto in auto, è possibile vedere una realtà diversa: agli occhi non si nota nulla, tutto è nascosto soprattutto gli occupanti sono ben coperti per non essere notati, sfrattati.
Tutti si domandano: “è necessario l’omicidio di Tor di Quinto, per mettere in evidenza il degrado che ogni giorno si consuma in città”?
Possibile che le Autorità ed i vertici del governo non si erano accorti o meglio nessuno di loro ha mai incontrato un mendicante per strada, al semaforo domandando: “ma da dove salta fuori”?
Dati alla mano: l’ultimo dossier sull’immigrazione redatto da Caritas –migrantes rivela che sono residenti nel nostro paese 3.690.000 immigrati, sono tutti regolari?
Ancora, la presenza massiccia d’immigrazione proviene dai Paesi dell’Est europeo, in particolare dalla Romania, sempre secondo la Caritas, sfiorano ormai le 600 mila presenze, un sesto del totale di tutta l’immigrazione; soprattutto post ingresso della Romania nell’ Unione Europea. Il dossier indicizza il dato relativo ai clandestini che solo nel 2006, su 124.383 stranieri individuati dalle forze dell’ordine senza permesso di soggiorno, solo il 36.5% è stato rimpatriato. Un dato in fase di calo rispetto al 64.1% dei rimpatriati al ’99.
Nonostante tutto, l’omicidio di Tor di Quinto dimostra lo scarso controllo circa la sicurezza applicata verso la comunità romena & associati. Attualmente lo Stato sta prendendo provvedimenti tra sgombri, rimpatri cercando di portare ordine non solo a Roma.
L’altra metà del cielo? Tutti coloro muniti di permesso di soggiorno che dalla Romania sono entrati nel nostro Paese, in cerca di fortuna e condizioni di vita accettabili?
In questo caso, ulteriori fiumi d’inchiostro ed interviste dei media, mettono in luce storie e realtà diverse che dividono l’opinione pubblica. Molti romeni hanno scelto di ritornare in patria dopo il fatto “Tor di Quinto”, le cause: l’ostilità di molti datori di lavoro in nero che scelgono di non avvalersi più della loro manodopera, episodi di razzismo in periferia da parte di esaltati…
A pensarci bene, poco più di una settimana fa il Presidente Napolitano ha inviato il messaggio alla Caritas: “Senza gli immigrati il sistema Italia si bloccherebbe”, sottolineando l’importanza e la crescita che i cittadini immigrati apportano sia da un punto di vista sociale che dello sviluppo al nostro Paese. Soprattutto il capo dello Stato auspica che si creino le condizioni affinché si sviluppi in maniera serena l’inserimento del flusso immigratorio denunciando e combattendo ogni forma di razzismo che possa manifestarsi.
Aspettando le nuove misure d’ordine dallo Stato, che regolino l’ingresso d' immigrati, confido nel buon senso civile di coloro che vogliono migliorare la loro vita nel nostro Paese affinché il fatto di “Tor di Quinto” rimanga come unico ed ultimo esempio di cronaca nera.
Ultima battuta: i riflettori della cronaca sono ancora accesi sulla vicenda di "Tor di Quinto", sono molte le situazioni oltre l'immigrazione cui lo Stato e l'opinione pubblica puo' risolvere e discutere.

giovedì 8 novembre 2007

Le onde di Ludovico Einaudi.

Stile minimal, melodie essenziali composte attraverso un mix di sensazioni, passioni eseguite al piano, questa: e' la musica di Ludovico Einaudi.
Di nascita torinese, figlio dell'editore Giulio Einaudi e nipote del Presidente della Repubblica Italiana Luigi Einaudi. Il pianista e compositore e' tra le figure di punta della musica contemporanea europea.
L'album ‘Le onde' (1996), pubblicato da Bmg Ricordi (e ristampato con una nuova registrazione da Ponderosa Music & Art nel 2004), rappresenta un momento essenziale nella carriera di Einaudi, al suo primo lavoro solista vero e proprio. Con ‘Le onde' Einaudi assembla e interpreta un ciclo di ballate per pianoforte ispirato dall'omonimo romanzo di Virginia Woolf, che vede le onde come simbolo della vita. Il disco, concentrato di quel suono circolare, raffinato e minimalista che lo porterà al successo, sarà pubblicato un paio di anni dopo nel Regno Unito, finendo per riscuotere unanimi consensi di pubblico e di critica.
Da quel momento, inizia un tour, fortunato e pressoché infinito, che porta Ludovico Einaudi in giro per l’Europa e gli offre spunti per collaborazioni inedite e sempre più stimolanti, in bilico tra suoni colti e avanguardia, suggestioni etniche ed elettronica.
Nel frattempo, negli anni a seguire, intensifica l'attività dal vivo, inizia a suonare i brani composti sperimentando ed inserendo nei concerti alcune variazioni e poi improvvisazioni sempre più lunghe, cercando di trovare quello stato che rende il concerto un evento unico per il pubblico che ascolta.
Il Suo pubblico, lo scorso 4 novembre ha accolto calorosamente una delle sue performance eseguita in collaborazione con vari artisti presso la sala Sinopoli dell'Auditorium Parco della Musica in Roma. Ancora, il Suo pubblico ha atteso di ascoltare "Le onde" di Ludovico Einaudi, brano non eseguito, senza dubbio atteso dai presenti. Chissa' forse il maestro lo ha dimenticato, forse l'esecuzione e' un piacere per pochi eletti, meglio ancora, troppo celebre e scontata sarebbe stata l'esecuzione?
Nonostante "Le onde", il fluire delle melodie ha incantato, emozionato ancora una volta i presenti!

venerdì 26 ottobre 2007

Quale ricetta per il local/global? (esercitazione)



  1. "Ricetta nostrana"

    Il web 2.0 dà la possibilità, in tempo reale, di poter inserire e far conoscere in rete situazioni, fatti curiosi che accadono nel quotidiano. Basta essere muniti di foto/telecamera, trovarsi nel posto/momento giusto ed il gioco è fatto: si scarica il video in rete, aspettando i primi commenti. Ecco come un fatto local in poco tempo diventa global.
    Non solo, web 2.0 è la finestra in grado di mettere in rete e far conoscere eventi e fatti di casa nostra. L'esempio è il video scelto da You Tube, che riprende ed illustra Amatrice durante la sagra degli spaghetti che l'ha resa celebre. Il filmato dà spunto, per coloro che non sono a conoscenza del luogo, di scoprire, attraverso il filmato, un posto nuovo da visitare! L'autore del video ha scelto un evento local, divenuto in web global; contemporaneamente ha pubblicizzato il paese d'origine mettendo in risalto con semplicità attraverso un filmato la caratteristica principale: la Sagra del paese.

mercoledì 24 ottobre 2007

Mario Capecchi: Nobel Tricolore?




Lo studioso italo-americano Mario Capecchi e'stato premiato a Stoccolma con il Nobel per la medicina, in merito alle ricerche sulle cellule staminali embrionali.
Nato a Verona nel '37, il Nobel Professore dell'universita' dello Utah e' emigrato per gli Stati Uniti all' eta' di nove anni, quindi: deve la sua formazione scientifica al Paese Stelle e Strisce e non a quello Tricolore!
L'opinione pubblica italiana, dopo l'euforia della notizia ha cominciato a chiedersi quanto sia giusto attribuire la gloria del premio all'italio-americano. A favore dell'interrogativo gioca il fattore formazione: l'Italia, e' noto, non ha molti fondi da investire nella ricerca. Soprattutto i campi di ricerca scientifica sono destinati ad una cerchia ristretta di professionisti retribuiti con salari minimi.
Le interviste rilasciate dal Professore lasciano intuire la risposta all'interrrogativo nostrano: in cuor suo l'Italia resta il Paese Natale ed il Nobel e' il riconoscimento di anni di ricerca portati avanti in America.

sabato 20 ottobre 2007

IO: ballo da solo!



La telecamera, l'allegra compagnia d'un matrimonio, tanta musica, soprattutto: l'euforia dello sposo. Questi gl'ingredienti del video amatoriale girato dalla cinepresa d'un'invitato ed inserito su You Tube; forse e' un ulteriore regalo di nozze fatto al protagonista o semplicemente come immortalare il momento di gloria dello sposo? Questo e molti altri, i filmati che scorrono ogni giorno sul Web, realizzati con una telecamera professionale o il pù delle volte attraverso la fotocamera dei cellulari di ultima generazione. Filmare, inserire on line clip dà la possibilità di mettersi in mostra, far conoscere in tempo reale un evento, un fatto pubblico.
C'è né per tutti i gusti basta filmare, inviare e clikkare.

Avanti! Popolo birmano.




Tam Tam Tam, questa volta il tamburo della rivolta accompagna, scandisce i passi del popolo Birmano. Il 19 agosto sono iniziate, in Birmania, le manifestazioni di rivolta quando il governo ha aumentato il prezzo del carburante. I primi cortei sono stati portati avanti dalla Lega nazionale democratica e dalla Generazione studentesca dell'88. Successivamente, silenti, si sono aggiunti i monaci buddisti, che hanno iniziato la marcia di protesta contro la giunta militare al potere da 45 anni.
La polizia attacca il corteo dei coraggiosi monaci e di tutti coloro scesi in strada per sostenere la causa: non sono i colpi di manganelli e gas lacrimogeno a fermare le proteste. La giunta birmana taglia l'accesso a internet, per nascodere agli occhi del mondo quanto accade. Diversi settimanali birmani rispondono a questa provocazione, con la chiusura delle redazioni affinchè non vengano pubblicati articoli di propaganda.
Negozi chiusi, attività ferme da giorni in segno di protesta. I poliziotti sono spiegati a Rangoon, principale città della Birmania. Uffici chiusi, autobus fermi. Le strade che portano alla famosa pagoda d'oro di Shwedagon sono bloccate dal filo spinato, stesso scenario per le vie che portano alla pagoda di Sule, situata al centro della città.
Il mondo intero si stringe attorno al popolo Birmano con manifestazioni di pace, gare di solidarietà che circolano via etere, soprattutto: il mondo politico cerca d'intervenire, per arginare, fermare gli scontri.
Violenza, marcia, preghiera, i monaci e tutti coloro che si schierano al loro fianco continuano la lotta. Arrivano i primi bilanci delle vittime: suscita scalpore l'uccisione del cronista giapponese, caduto sotto i colpi sparati da un soldato antisommossa a Rangoon. Ancora, il mondo si chiede quante vittime servono, affinchè il loro sacrificio porti la pace.

sabato 13 ottobre 2007

Vendesi: operatore 190 a basso costo di manutenzione!



"05/10/2007 i lavoratori Vodafone N.V. sono chiamati a partecipare allo sciopero indetto dai sindacati, per bloccare l'esternalizzazione dei 914 dipendenti della società. Appuntamento: ore 11.00 in Piazza S. Apostoli, Roma".
Breve, chiaro, conciso, il comunicato delle RSU di Vodafone Italia N.V. lotta con i dipendenti della società, per bloccare l'esternalizzazione di 914 dipendenti svenduti a COMDATA, soprattutto vuole pubblicamente portare l'opinione pubblica a conoscenza del malcontento, dell'amarezza per quanto accade in questi giorni all'interno del grande colosso.
Correva il 14/09/2007, il sole 24 annuncia il clamoroso ed incredibile accordo siglato dal gigante delle telecomunicazioni Vodafone N.V. con COMDATA: società che offre servizi e supporto tecnico per migliorare e sviluppare le aziende in costante crescita.
Noi: dipendenti attoniti a tale scoperta iniziamo a chiedere spiegazioni, soprattutto: vogliamo chiarimenti in merito all'articolo e alle conseguenze. L'azienda risponde solo dopo tre giorni, con un freddo comunicato in cui elenca, annovera gli uffici impattati dalla scissione del ramo aziendale ritenendo opportuno non preoccuparsi, in quanto s'impegna a tutelare tutti coloro coinvolti. Le risorse umane di Vodafone iniziano il tam tam per diffondere a tutti i clienti il torto subito, soprattutto è necessario esprimere con qualssiasi mezzo a disposizione il clima ed il disagio che molti di noi s'apprestano a vivere dai primi di novembre.
Scatta l'operazione "No cellular zone": manifestazione/anteprima allo sciopero del 05/10/2007. Tutti i dipendenti, del customer care di Roma, scendo in Piazza S. Lorenzo in Lucina il 22/09/2007, per reclamare e far conoscere cosa accade in azienda; muniti di striscioni, cartelli Vendesi, compilati con ironia, registriamo i consensi dei passanti che per solidarietà spengono per cinque minuti il loro cellulare.
L'azienda osserva, ascolta le Voci in piazza, celandosi dietro comunicati stampa ed mail di servizio, soprattutto attende i risultati dello sciopero ufficiale. In tale occasione, Roma convoglia i dipendenti dell'Urbe, Bologna, Napoli e Catania. La delegazione sindacale viene accolta dal segretario del ministro del lavoro, che chiede all'azienda le motivazioni di tale manovra.
L'ultima battuta arriva due giorni fa: il direttore del Customer Care convoca a gruppi i dipendenti di Roma, i medesimi one to one seguono nelle altre sedi d'Italia, placido riferisce le nuove strategie azindali.
La scissione è firmata, decisa da tempo, le voci in piazza sono l'eco di 914 risorse umane che hanno fatto crescere il colosso e cambiato il mercato delle TLC.